Hanno occhi espressivi e la furbizia di chi ha 9-10 anni.
Hanno fatto le visite mediche, hanno visto il mare ed il fiume. Hanno giocato e vissuto un’esperienza che probabilmente gli resterà per sempre nel cuore.
Nei prossimi giorni torneranno nei campi profughi del deserto d’Algeria dove vivono, sperando che prima o poi la politica, quella vera che non guarda ad interessi di parte, gli garantisca quello che è un diritto di ciascun uomo su questa terra e cioè un proprio Paese ed un’indipendenza che da anni chiedono.
A noi comunque il segno l’hanno lasciato.