Abbiamo celebrato il 4 novembre, chiamati a esaltare valori e principi che un po’ alla volta rischiano di diventare estranei alle nostre comunità.
Chi ha sacrificato la propria vita per donarci la libertà ha creduto in valori quali la concordia, la giustizia ed il rispetto.
Oggi è difficile parlare di concordia in un Paese continuamente lacerato dal punto vista sociale e politico; di giustizia se ancora adesso, nel 2016, troppo spesso questa è considerata forte con i deboli e debole con i forti; di rispetto quando ciascuno di noi è convinto di essere sempre detentore della verità e considera un fastidio l’opinione altrui. Chi invece oggi, militare e civile, cerca di portare un minimo di sollievo ai diversi popoli del mondo ha il compito di trasmettere tolleranza, legalità e solidarietà. Noi oggi la tolleranza l’abbiamo persa, verso i diversi e verso i deboli e verso chiunque avversa il nostro modo di essere; la legalità invece è un principio astratto per cui la giustificazione principale ai propri comportamenti è “lo fanno tutti”. Infine la solidarietà, che spesso rifiutiamo verso chi avuto una vita più difficile o semplicemente la sfortuna di nascere in un posto del mondo con minori opportunità rispetto alle nostre. E’ giusto e doveroso per tutti noi celebrare tali ricorrenze ma tutto ciò si ridurrà a mera ipocrisia e retorica se non saremo in grado di prenderci l’impegno di acquisire e fare nostri i principi ed i valori che oggi abbiamo voluto esaltare.
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