Martedì sera il Consiglio Comunale di Tavagnacco ha approvato con 13 voti a favore e 7 contrari lo Statuto dell’Unione Territoriale del Friuli Centrale. Si è parlato spesso di vantaggi e svantaggi, difficoltà ed opportunità che questo percorso incontrerà. Ma come stanno (secondo il mio pensiero) le cose? Ecco 12 brevi pensieri:
- La legge non è perfetta ed andrà corretta e migliorata. I tempi di attuazione sono troppo stretti e rischieranno di rendere difficile l’inizio dell’attività.
- Alcuni Comuni hanno scelto di ricorrere contro la legge. Una scelta del tutto legittima che però ha impedito agli stessi di contribuire, con le loro idee e la loro peculiarità, ad una stesura condivisa dello statuto.
- Ciascuno di noi ha grandi dubbi e preoccupazioni come accade per tutti i grandi cambiamenti, ma siamo consapevoli di trovarci di fronte ad una grande opportunità per poterci confrontare con i sistemi territoriali più avanzati.
- Il percorso dei prossimi mesi sarà tutto in salita ma anche avvincente perché si comincerà a pensare a come organizzare la struttura amministrativa, ai nuovi possibili servizi, ad obiettivi di alto livello.
- Il sistema economico, il mondo del lavoro ed il tessuto sociale sono in questi anni profondamente cambiati. Le domande e le conseguenti risposte sono molto diverse rispetto al passato. Come potrebbero le amministrazioni comunali restare così come sono?
- Qualche collega lamenta che in futuro sindaci ed assessori conteranno molto di meno. Io credo che dovremmo essere molto meno autoreferenziali e guardare ai cambiamenti come un’opportunità per i cittadini e per le imprese che potranno godere dei vantaggi derivanti da economie di scala e progettualità di sistema.
- L’identità non è in pericolo come lamenta qualcuno. La nostra identità è data da noi, dalla valorizzazione del territorio, dalla capacità di creare impresa, dalla qualità dei servizi, dalla solidarietà che sappiamo esprimere. Tutti aspetti che la collaborazione e la condivisione non potranno cancellerare.
- L’obiettivo sarà fare in modo che, nel brevissimo periodo, cittadini ed imprese non si accorgano del progetto in atto mantenendo i servizi di prossimità e gli standards a cui oggi sono abituati.
- Oggi esistono servizi eccellenti in ciascuno dei 9 Comuni che faranno parte dell’UTI. Dopo una prima fase di avvio dovremo fare in modo che queste singole eccellenze possano diventare elemento comune per tutti e punto di partenza per servizi ancora più mirati ed efficienti.
- La città di Udine ha bisogno del suo hinterland ed i Comuni più piccoli guadagneranno dal rapporto con la città. Questo confronto non potrà più rappresentare una paura ma diventare un’opportunità di crescita.
- La sfida che abbiamo di fronte è enorme e dovremo capire che la sua riuscita dipenderà esclusivamente da noi e dalla nostra capacità di fare un enorme salto culturale.
- Dovremo abituarci pensare “in grande” sia come idee e sia come territorio se vorremo rendere più efficienti i nostri servizi e più attrattivo e competitivo il nostro territorio.
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